• Africa N°1, émission Africa Song avec Robert Brawa (Simon et Fabrice),
• France Inter, émission L'Afrique Enchantée avec Soro Solo et Vlad (Simon et Xavier)
• RFI, émission Musiques du Monde avec Laurence Aloir (SImon et Fabrice)
• Europe 1, émission le Top D'Aline, avec Aline (Simon, Fabrice et David), diffusion le 7 mars 2010

• RFI, émission Musiques du Monde avec Laurence Aloir : From dusk till dawn et Sindi deni ma avec Koto Brawa
• France Inter, émission Le Fou du Roi avec Stéphane Bern : Sindi Deni Ma avec Mohamed Diaby
• Radio Nova, Nuits Zébrées : concert entier disponible sur le site des Nuits Zébrées avec Mohamed Diaby

• France Inter, émission Musique Plus
• France Info, émission Musique Week end
• Radio Nova, émission le Tour du disque en 80 secondes

Come il titolo suggerisce, il disco è stato registrato tra Parigi e Ougadougou, capitale del Burkina Faso, in occasione del rinomato festival “Jazz à Ouaga”, dove il quartetto francese armato di tre chitarre e percussioni assortite, tra un’esibizione ed un’altra, incontra le voci più belle e significative della Madre Terra, in un continuo ed incessante scambio musical – culturale a metà strada tra folk, pop, blues e reggae. C’è il grandissimo Victor Démé e la sua emozionante miscela di folk, blues e flamenco (“Sindi deni Ma”, “Kelemani”), il balafonista Ali Diarra e suo fratello, il mago della Kora, (sognante arpa africana) Salif Diarra (“Kanatà”), il poeta chanteur KPG (le Fils), il punkster afrobeat Baba Commandant, con la sua voce da orco (“M’mory”), nonché il toaster Wendlamita Koukaed il suo reggeae blues stellare (“Bania”). Vi sono però anche altri musicisti di altri stati africani, colà di passaggio in quel di Ouga, ad assurgere a delizioso e inaspettato corollario alla musica fin qui ascoltata: l’algerino Djimawi Africa ed il chitarrista Touareg Koudédéprotagonisti di fantastici escursus folk profumati d’Oriente (“Djwad”) o spirali reggae blues intrise di folk psichedelico e circolare (“Rechute”, forse la più riuscita del disco).

Una volta chiuse le registrazioni ed archiviata la bellissima esperienza, documentata dalla splendide fotografie che arricchiscono il booklet del disco, i francesi Yapa rientrano a Parigi, inserendo in post – produzione gli strumentali non utilizzati in Burkina Faso, che si incasellano perfettamente tra un brano e l’altro, fungendo da commento sonoro alle scorribande dei fratelli d’Africa, non prima di aver convocato il giovane cantante reggae Patrice, per l’accorato appello finale “Move and Give Me Way”.

La produzione di Sodi, già dietro alla consolle nei dischi del Black President Fela Kuti e di suo figlio Femi, fa il resto, consegnandoci un disco piacevolissimo, mai stucchevole, con un buon appeal radiofonico, perché no. L’Africa chiama, l’Europa risponde.